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 Franca Colozzo - 06/03/2018 22:22:00 [ leggi altri commenti di Franca Colozzo » ]

@Arcangelo Galante. Hai detto molto più di quanto non volessi dire io, sviscerando tutta la tua cultura anche in merito a questo tema. Quindi mi limito, data anche l’ora tarda, a condividere il tuo commento esaustivo, affermando che il mio intento era solo quello di liberare la propria partecipazione a questo sito da ogni forma di agonismo. Si scrive perché si ama scrivere e non come competizione tra gli autori. Ognuno è libero di esprimersi come meglio gli pare, senza atteggiamenti antagonistici, tanto non c’è nessuna medaglia da guadagnare. Grazie per il dotto e lungo commento e buona notte.

 Arcangelo Galante - 05/03/2018 19:22:00 [ leggi altri commenti di Arcangelo Galante » ]

L’invito importante dell’autrice, che si collega già al titolo dell’aforisma, è, di per sé, una riflessione fondamentale, per gli amanti dello scrivere.
Leggendola, mi sovviene la famosa citazione del filosofo statunitense Walter Ong, che recita: “Senza la scrittura le parole non hanno presenza visiva, possono solo essere recuperate, ricordate!”.
La scoperta della scrittura, nonché la sua evoluzione, ha permesso la fissazione di un significato, per mezzo di un insieme di segni, detti grafemi, i quali, compongono un sistema di scrittura e di lettura.
I grafemi, denotano, spesso, suoni o gruppi di suoni; e, come il linguaggio parlato, anche la scrittura è un modo fondamentale di comunicazione umana, per la conservazione e la trasmissione della memoria, inerente a pensieri, concetti, informazioni e quant’altro.
Anche l’algebra, la musica e la chimica, sono un genere di scrittura peculiare, atta alla materia che si intende divulgare.
La scrittura e lo scrivere, hanno condotto l’uomo alla letteratura, alla poesia, al progresso, aiutandolo in ogni campo, nell’individuare e determinare, opinioni, sentimenti, idee, etc. e creando rappresentazioni variopinte, quali, ad esempio, sceneggiature cinematografiche, artistiche, musicali e spirituali.
Pertanto, scrivere, permette a ciascun individuo di tradurre le idee e le immagini, plasmandole con le proprie forme di linguaggio, anche le più creative.
Ogni persona che scrive, dovrebbe innanzitutto conoscere le ragioni di tale motivazione, nonché farlo per un innato bisogno di comunicare, in virtù di propositi di arricchimento interiore, piacevolezza di esternare parte di sé e capire l’utilità di un reciproco scambio con l’interlocutore, mettendo da parte l’eccessivo presenzialismo, scatenato pure da una cattiva abitudine nell’adoperare il sistema scrittorio, esclusivamente come passatempo, nel superare il confronto con l’altro/a basandosi sul numero di ripetuti messaggi, fissati al fine di primeggiare.
Purtroppo, in un mondo affollato da continui esempi di atteggiamenti, impostati sul desiderio smodato di superare gli altri, pensando di mostrarsi migliori o “superiori” ad ogni cosa, nell’intento di gareggiare scioccamente, finalizzando uno scritto a tale intenzione, è una moda difficile da accantonare, se la persona non comprende l’inutilità di farlo, solamente come uno sfizio, giammai udendo la passione di scrivere per scopi differenti da quelli ritenuti veramente validi come contributo e insegnamento di “lezioni” culturali.
D’altro canto, ognuno dovrebbe singolarmente imparare a “regolarsi” nella misura di esprimersi con un getto perpetuo, solo per “spadroneggiare” in uno spazio comune, il quale, in certi casi, diviene uno scenario di scarsa qualità dell’anima, della mente e di altri aspetti del proprio ego.
Sovente, il web, è il classico esempio di esposizioni di uno scrivere mirato alla visione di “averlo fatto”, privando e facendo indietreggiare coloro che, nutrendo buone intenzioni, non hanno la possibilità di condividere adeguatamente una sensazione, una considerazione, un’idea, un’emozione, un pensiero o un’impressione, volte a capire quello che si è letto o scritto.
Non conosco i motivi che hanno spinto l’autrice ad un pensiero, indubbiamente condiviso, ma che, francamente, ritengo resti inattuabile, se la gente (un poco come nella vita reale), non impara a “dosarsi”, modificando la visione del ritenere giusto e “didascalico” scrivere per competere, anziché improduttivo, persino alla crescita di se stessi.
Del resto, destreggiarsi nella moltitudine, porta a convivere con chi adopera tali comportamenti, purtroppo, dovendoli accettare, in un tempo arduo a definirsi, se si ha intenzione di sperare in uno sviluppo costruttivo, restando assieme agli altri.
M’auguro di non essere stato frainteso, avendo scritto considerazioni, anche opinabili.
Come di consueto, lascio il mio solare saluto!

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